Anno VIII - Numero 3/2022
Come l’Unione Europea ha reciso il ramo della propria indipendenza energetica e prosperità economica
seguendo la filosofia verde
L’ EUROPA E LA SUA DIPENDENZA ENERGETICA
DA ATTORE MONDIALE (1952-1990)
A FANALINO DI CODA (1990-2022)
di Antonios E. Fòskolos*
Traduzione dal greco di Crescenzio Sangiglio
L’Unione Europea è stata fondata nel 1952. I suoi fondatori erano Robert Schumann, Francia, Jean-Claude Monnet, Francia, Ernest Bevin, Gran Bretagna, Konrad Adenauer, Germania, Paul-Henri Spaak, Belgio, Walter Hallstein, Germania, Joseph Bech, Lussemburgo, Sicco Mansholt, Olanda, Johan Beyen, Olanda. Alcide De Gasperi, Italia e Alfredo Spinelli, Italia. I giganti politici dell’Europa, uomini con elevate visioni prospettiche
Sono loro che hanno creato anche la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA) avente per fine l’indipendenza energetica e metallurgica dell’Europa, sopra tutto nei confronti del Giappone. Questi cervelli luminosi si sono basati sul carbon fossile. Fino al 1990 l’Europa era una superpotenza, specialmente dopo la scoperta dei giacimenti di petrolio greggio, 70 miliardi di barili, e gas naturale nel Mare del Nord, nella ZEE della Gran Bretagna, Norvegia, Danimarca e Olanda. La produzione giornaliera di greggio, 7 milioni di barili, copriva il 50% del fabbisogno dell’Unione Europea, mentre il gas naturale veniva immesso nel mercato europeo.
In quell’epoca la Russia era economicamente debole, la Cina non era ancora giunta al punto in cui si trova oggi perchè i giacimenti di terre rare non erano stati ancora scoperti e gli Stati Uniti subivano un grande calo della produzione petrolifera. Le tecnologie di sfruttamento del petrolio scistolitico e del gas naturale non erano state scoperte. L’ Europa era onnipotente durante 38 anni.
Dopo il 1990 alcuni scienziati dell’ONU produssero modelli teorici attinenti all’aumento della temperatura media terrestre in relazione ad un aumento del CO2 nell’atmosfera.
In realtà una simile relazione non è mai esistita e non esiste. Quando io preparo un modello che indica quello che io voglio che indichi, allora questo modello non è una prova! È un’ impostura. Alla fine questa impostura ha assunto dimensioni incontrollabili quando il professor James Hansen, direttore del Space Goddard Institute – NASA, dichiarò nel 1988, davanti alla Camera dei Rappresentanti USA che, se non controlliamo le emissioni di biossido di carbonio, la città di Nuova York nel 2000 si troverà 2 metri sotto il livello del mare.
A coronamento poi di tutto ciò arriva anche il conferimento del Premio Nobel al vice-Presidente USA Al Gore (di professione giornalista). È lui che nel 2009 aveva annunciato la profezia secondo cui sciogliendosi i ghiacci del Polo Nord e Sud il livello del mare sarebbe salito di 7 centimetri ogni anno dal 1990 al 2090, cioè nientemeno che 7 metri.
In queste condizioni sino ad oggi il livello del mare avrebbe dovuto alzarsi di 154 centimetri. Sino ad oggi però il livello del mare non si è alzato, secondo l’Istituto Oceanografico dell’Australia, neanche di un millesimo del metro. E naturalmente Nuova York non si trova affatto a 2 metri sotto il livello del mare, come diceva James Hansen!
Malgrado tutto questo la commissione per la premiazione dei candidati al Premio Nobel ha ritenuto che il giornalista Al Gore doveva ricevere il Premio Nobel.
È chiaro a tutti che non essendo salito il livello del mare non si sono sciolti neppure i ghiacci del Polo Nord e Sud e Nuova York non si trova, da 20 anni in qua, a 2 metri sotto il livello del mare e la temperatura media della terra quasi non è salita. Infatti dal 1975 la temperatura media della terra è salita di 0,4 gradi Celsio, è rimasta su questi livelli durante quasi nove anni, mentre nel 2020 e 2021 è scesa ai 0,2 gradi Celsio, cioè è stata di 15,2 gradi e quest’anno la tendenza è un’ulteriore diminuzione.
Dov’ è dunque il surriscaldamento del pianeta Terra per il quale i modelli teorici profetizzavano un aumento di 1,5 gradi Celsio, ossia una temperatura media di 16,5 gradi Celsio?
Ma osserviamo adesso anche le concentrazioni di biossido di carbonio nell’atmosfera, che alcuni hanno inserito nella categoria dei veleni, al pari del veleno Sarin.
Sì, le concentrazioni atmosferiche di CO2 negli ultimi anni sono cresciute di 62 milionesimi, cioè sono salite da 350 ppm a 412 ppm, il che significa una partecipazione del CO2 atmosferico nella centesimale composizione dell’atmosfera pari a 0,0062 %. La montagna ha avuto le doglie e ha partorito un topo!
Certo, dobbiamo vedere se davvero esista una partecipazione degli idrocarburi nel CO2 atmosferico, come sostengono i pervertiti scienziati dell’ONU e dell’UE.
In parole povere occorre vedere quale sia la reale partecipazione del CO2 proveniente dalla combustione degli idrocarbuti nell’atmosfera, causa dell’aumento del CO2 atmosferico del 0,0062%.
Secondo il Servizio meteorologico NOAA (National Oceanic and Atmosferic Administration) del Ministero dell’Interno USA, le emissioni annue di CO2 provenienti da tutte le fonti che emettono CO2 seguono una curva campaniforme con un valore massimo di 98 Gt nel mese di agosto, cioè quando il mare è più caldo.
Nel predetto valore la quota degli idrocarburi ammonta a 37 Gt, mentre i rimanenti 61 Gt provengono da altre fonti, ossia dal mare, che è il maggior deposito di CO2 con 30000 Gt di fronte ai 3198 Gt dell’atmosfera, dalle attività annuali dei vulcani, dagli incendi di foreste in un anno e dalla ossidazione del materiale organico del suolo.
In ultima analisi nell’atmosfera rimangono solo 15.6 Gt. E allora si pone la domanda: questi 15.6 Gt del rimanente nell’atmosfera CO2 da dove provengono? Dai 61 Gt o dai 37 Gt? La risposta è: non lo sappiamo.
Di conseguenza, formulare accuse secondo cui la provenienza del rimanente CO2 nell’atmosfera è dovuta all’uso di idrocarburi null’altro è se non un deliberato inganno/depistaggio.
Non solo la crescita del CO2 atmosferico negli ultimi 50 anni è infinitesimale, 62 milionesimi, ma in ciò è anche dubbia la partecipazione del CO2 proveniente dalla combustione degli idrocarburi appunto nei predetti 62 milionesimi.
E viene adesso la signora Ursula van der Leynen a chiedere ai governanti dei 27 paesi UE di imporre tasse per ben 30 trilioni di euro per i successivi 30 anni per affrontare soi-disant il cambiamento climatico dovuto alle emissioni di CO2 degli idrocarburi!!
E l’Unione Europea procede all’installazione dei P.E. (parchi eolici) che funzionano soltanto in determinate condizioni climatiche e il funzionamento dei quali dipende dalle rare terre l’esclusività di sfruttamento e disposizione delle quali possiede solo la Cina!!
E l’UE compie l’ulteriore mostruosità di distruggere il patrimonio forestale dell’Europa: ogni anno viene distrutta un’estensione forestale pari alla superficie della Gran Bretagna per produrre pellets dagli alberi, cioè biomassa che alimenterà le Centrali elettriche a vapore per la produzione di energia elettrica.1
E l’UE ancora procede alla sua piena dipendenza energetica con l’importazione di gas naturale russo. La Russia, finanziando le organizzazioni ecologiche verdi negli USA e in Europa,2 ha in pratica sottomesso energeticamente l’Europa e distrutto la sua economia.
Ed ora arriva anche la crisi tra Ucraina e Russia e in parallelo il cambiamento climatico con l’Europa e tutto l’emisfero settentrionale che entrano nel periodo glaciale Eddy, che durerà fino al 2035 sì che la Commissione possa finalmente rendersi conto dei colossali errori energetici che ha compiuto recidendo il ramo della sua indipendenza energetica e prosperità, e da superpotenza che era fino al 1990 diventare lo straccio che è oggi.
Abbiamo pagato e continuiamo a pagare lo scotto della più grande impostura che abbia mai visto l’umanità da quando è apparso sulla terra l’homo sapiens: il surriscaldamento del pianeta!! Un confronto tra i giganti della Politica Europea negli anni 1952-1990 e gli odierni insignificanti politici apparsi dopo il 1990, convincerà perfino il più ignorante sugli enormi errori commessi dalla politica energetica europea.
Se l’Europa vuole veramente riconquistare il prestigio che ha perduto dopo il 1990, dovrà rendersi energeticamente indipendente dalla Russia, dagli USA e dalla Cina sfruttando i propri giacimenti di lignite, petrolio e gas naturale.
Sì, nel sud di Creta, negli strati mesozoici, abbiamo anche del petrolio greggio. E credo che il primo ministro dovrà rendersi conto della colossale importanza dei giacimenti greci che contribuiranno affinchè l’Europa diventi energeticamente indipendente dalla Russia, Cina e USA, come detto – peraltro riconquistando finalmente anche il fulgore che aveva tra il 1952 e il 1990.
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1) https: //wildermess-society.org/deforestation-in-Europe-increases/
2) Gatestone Institute, International Policy Council. Has Russia been financing Western Enviromentalism? By Driew Codefridi March 15, 2022
* Il dr. Antonios E. Fòskolos è nato al Cairo d’Egitto, è emerito Professore del Politecnico di Creta e scienziato-ricercatore presso l’Istituto Geologico del Canada. È stato vice-rettore su tematiche accademiche del Politecnico di Creta, presidente del Dipartimento Risorse Meccaniche e Minetrali e consulente su temi energetici dell’ONU. Ha all’attivo 84 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali con Citatum Index of 338, 47 comunicazioni in congressi internazionali in Europa e America e 14 rapporti tecnici per conto degli enti Società Pubblica dell’Elettricità di Grecia, Impresa Pubblica Idrocarburi – Esplorazione e Sfruttamento Idrocarburi, Istituto di Ricerche Geologiche e Metallurgiche, nonchè dell’ ONU.
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