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Libri & Libri

di Valerio Calzolaio

UN VOLO PER SARA

Maurizio de Giovanni, Noir, Rizzoli Milano, 2022, Pag. 269 euro 19

 

Napoli e dintorni. Novembre 2019 (e primavera 1993). Il 57enne comandante Stefano Tomassi sta pilotando un volo privato da Napoli a Olbia, quella sera dovrebbe rivedere la 38enne Maria proprio in Costa Smeralda, lei è proprietaria di un ristorante tipico, questa volta forse è proprio amore. Prima un motore, poi un altro, il piccolo aereo non risponde più, si inabissa circa quattro chilometri al largo delle Pontine, nel Tirreno più profondo. A bordo c’era Pierfelice Ribaudo, uno dei più noti imprenditori del divertimento del paese, ricco sfondato, collezionista d’arte e inveterato playboy, con interessi nella motonautica e nell’alta moda, famoso per l’inclinazione a dirne quattro alla politica e alle istituzioni, nemico giurato di ambientalisti, sovrintendenze e piani regolatori. La notizia è clamorosa ma niente fa pensare a un crimine umano. Anche dopo i primi rilievi sembra che sia un incidente, in caso contrario solo lui poteva essere la vittima di un attentato. A bordo c’erano pochi altri passeggeri di nessun rilievo. Quando il cieco ipersensibile ultrasettantenne Andrea Catapano “guarda” il telegiornale, intercetta per caso un’immagine che lo riporta all’inizio del 1993, quando si occupava di intercettazioni in una riservata unità dei Servizi, collega affiatato della Mora riservata appartata Sara Morozzi e della Bionda esuberante appariscente Teresa Pandolfi, sotto la guida dell’amato Massimiliano Tamburi, che proprio in quelle settimane stava capendo di poter iniziare una storia d’amore con Sara. Prima Andrea, poi Sara (in pensione) e Teresa (ancora in servizio, ora è lei la capa) riconoscono Biancaneve, una segretaria coinvolta in segreti e traffici, sulla quale dovettero smettere di indagare. Era su quell’aereo: se qualcuno avesse voluto uccidere lei? L’indagine avrà proprio bisogno dell’aiuto della fotoreporter Viola e dell’ispettore Pardo.

Consolida il successo la nuova interessante serie di Maurizio de Giovanni (Napoli, 1958), letteratura noir (finora un racconto lungo e cinque romanzi 2018-2022) che tra circa un anno diventerà anche un’attesa serie televisiva Netflix (Palomar). Sara risolve sempre insieme tristi intrighi e controversi dilemmi, sia antichi che contemporanei, ancora nella stessa città metropolitana del tifosissimo autore. Mora era una brillante graduata della Polizia di Stato, sposata con prole, prima di entrare nella sede napoletana dell’unità speciale che veglia sulla sicurezza nazionale e poi di innamorarsi del bravo leale democratico Capo, Massimiliano, più vecchio di 23 anni, intensamente ricambiata (l’amore inizia durante la vicenda di questo bel romanzo). Per lui aveva abbandonato un marito fedele e un pargolo piccolo, conducendo con fermezza e coerenza un’altra esistenza in coppia, nel lavoro e fuori, finché si era ammalato. Sara quindi aveva lasciato tutto, ritirata a invisibile vita privata per assisterlo. Da qualche anno sono morti Massi, 76enne e il figlio Giorgio. Lei, “vedova” e nonna, ha ormai da un po’ superato i 55 anni, si è nascosta da tutto e tutti, donna socialmente “invisibile” (di spalle in copertina), pur colta e vivace (mantiene segretamente il meticoloso archivio), riservata e sostanziosa. Il volo del titolo scoperchia misteri nazionali. La narrazione è in terza persona varia al passato, un poco su tutti i vari personaggi (raramente qui su un ometto potente e crudele), in prevalenza su Sara, filo conduttore di tante esistenze. Quattro inserti in corsivo sul 1993. E una storia nella storia: il chirurgo Nicolaj Popov (riapparso nell’avventura precedente) chiede a Sara (con la quale c’è un’intensa intesa di sensazioni) di sapere che fine ha fatto la magnifica amata dottoressa Ana Florescu (un tempo complice); scoprirlo attiva prospettive. Rosso con pizza ricotta e friarielli. In corsivo Duran Duran, correndo Janis Joplin. In fondo una galleria biografica dei nove principali personaggi della serie, vivi e morti.

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LA COSCIENZA DI MONTALBANO

Andrea Camilleri, Racconti gialli, Sellerio Palermo, 2022 (prima edizione in raccolta), Pag. 259 euro 14

 

Vigàta. Decennio 2007-2017. Questi sei racconti di Andrea Camilleri (1925-2019) con protagonista Salvo vengono raccolti per la prima volta con il titolo “La coscienza di Montalbano”. Sono storie scritte in tempi diversi non comprese in questa versione nelle antologie pubblicate dall’autore tra il 1998 e il 2014. Il terzo “La finestra sul cortile” (esplicito omaggio a Hitchcock, ambientato a Roma in zona Prati dove Camilleri abitò per mezzo secolo e Montalbano era solo in trasferta) uscì a puntate su un mensile del suo quartiere e su un settimanale siciliano; il sesto “Il figlio del sindaco” era stato commissionato da un istituto finanziario e divenne lo spunto per il romanzo “Una voce di notte”; gli altri, primi due, quarto e quinto, furono destinati alle antologie della casa editrice (Capodanno 2012, Ferragosto 2013, anno 2017, giornata 2018). Come sempre, delitti e casi umani si intrecciano, con inquadrature brevi impastate dalla nota (ignota) bella lingua inventata dall’autore.

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UNO. IL BATTITO INVISIBILE

Giulio Busi

Storia e Filosofia

Il Mulino Bologna

2022

Pag. 156 euro 13

Valerio Calzolaio

 

Da Mosè ai giorni nostri. Non in un solo luogo. Partiamo da un quadro, I giocatori di dadi (1650-1651), dipinto dal francese caravaggista Georges de La Tour (1593-1652): al lume di candela raffigura cinque personaggi intorno a un tavolo, tre gettano contemporaneamente i dadi (piccoli cubi con numeri sulle sei facce), come sfida a probabilità e caso i lanci danno lo stesso risultato, esce sempre l’uno. L’autore si è avventurato in un angolo sperduto della campagna inglese, nello Yorkshire presso il Preston Hall Museum, voleva vedere il quadro di persona per iniziare un colto viaggio nomade, metaforico e reale, di avvicinamento all’Uno. Ha a che fare con la memoria non meno di quanto c’entri con il futuro, fa confluire diversi stati dell’essere in un bacino comune, richiede letture ma anche visite. Appare evidentemente impossibile rinvenire una prova archeologica o documentaria per una narrazione astratta e intenzionalmente fuorviante. S’inizia dal libro dell’Esodo ma è un esodo dall’esodo (da e verso il deserto). Mosè esce di via, supera i confini della sua vita di pastore. Si arresta, vede, si avvicina. L’Uno è fuor-viante, porta a interrompere il cammino, a trasgredire il sentiero, ad abbandonarlo, ad avvicinarsi. E a fare da guida sarà il numero cardinale più astratto e universale, icona dell’inconoscibile, limite non oltrepassabile, punto d’avvio e di meta. Certo è che da quel tempo antico, da almeno due millenni e mezzo l’Uno filosofico ha trovato una sua voce, frutto di una ribellione, della decisione consapevole, e controcorrente, di chi volle lasciarsi alle spalle una tradizione religiosa divenuta ormai obsoleta, e scelse la via dell’astrazione, della sobrietà concettuale, divenne “unizzatore” (Senofane, Parmenide, poi Plotino e i platonici del Rinascimento). E via dicendo, ambizioni e naufragi filosofici.

Esperto di mistica ebraica e di storia rinascimentale, docente (a Berlino) di Giudaistica, il colto filologo Giulio Busi (Bologna, 1960) compie un bel viaggio alla sorgente nascosta del legame invisibile che ci vincola al tutto. Eḥad in ebraico, ekam in sanscrito, wāḥid in arabo, hen in greco, l’Uno è inizio e meta ideale della ricerca, il segno assiduo dell’Altro che si fonde a noi, del tutto che ci guida e chiama a sé. L’uno è imprendibile, la sua ricerca risulta il necessario segno delle nostre incompletezza e imperfezione. Gli undici capitoli sono agili e scorrevoli, densi di citazioni con poche note finali. L’uno e i molti prende l’avvio in un pomeriggio indiano, s’immerge in una preghiera antica, per poi innalzarsi verso il cielo sefirotico. L’autore illustra propri materiali viaggi e mistici incontri per spiegare il concetto in forma di saggio. Ogni volta s’incontrano ecosistemi e dei, eroi e Spiriti, profezie e sventure, arti e musiche (John Cage per esempio), sculture e dipinti, figure maschili e figure femminili. Se andremo davvero oltre, potremo finalmente percepirlo, il battito invisibile (sottotitolo). Il volume ben inaugura l’interessante avvincente collana dedicata a “storie di numeri”, impregnata di cultura matematica non solo scientifica: numeri non solo per contrare ma anche per raccontare, un caleidoscopio di narrazioni e suggestioni, dalla filosofia alla teologia, dalla storia alla geografia, dalla psicologia alla storia dell’arte.

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IL RE DEGLI STRACCI. LA PRIMA INDAGINE DI UN INVISIBILE

Stefano Vicario, Noir, La nave di Teseo Milano, 2021

 

Roma. Anni fa. Il 43enne Andrea Massimi è uno degli avvocati d’affari più in gamba della città, bel fisico e occhi chiari azzurri. Ora sta stringendo con desiderio la mano di una ragazza che ha la metà degli anni dell’amata adorata moglie Marzia. È la sua segretaria e gli fa un interessato filo, così si è inventato una scusa, clienti di passaggio a Roma (copertura garantita dal fratello Giorgio, socio nello studio che era stato del padre). L’ha invitata a cena e pregusta il dopo a casa di lei. Tutto va secondo i piani, solo che Marzia ha cominciato stranamente a cercarlo con insistenza al cellulare silenzioso, lasciando pure messaggi che ha deciso di non ascoltare. La moglie avrebbe davvero urgente bisogno di parlargli e, mentre continua a provarci, d’improvviso tre energumeni entrano nella casa ai Parioli e la uccidono, trucidando anche la loro piccola figlia Lucia di sette anni. Sembra una rapina finita male. Andrea lo scopre a tarda notte quando torna a casa, sono già arrivati il fratello, la polizia e il sostituto procuratore Anna Ungaro. Lui impazzisce dal dolore, fugge e scompare: due anni dopo è un barbone fuori da ogni radar, nessuno ha saputo che fine ha fatto. Lo ritroviamo a vivere per la strada, facendo quello che fanno tutti gli invisibili homeless senzatetto, raccattare le scorie del fiume di umanità che scorre loro accanto, reciprocamente senza accorgersene. Dorme dentro l’Orto botanico, sotto un albero del Gianicolo; fa la fila alla Caritas per il pasto della sera; scrive di continuo ovunque (muri, cartelli, ringhiere) con un pennarello e beve parecchio. Una sera per caso cerca di difendere l’amico Lillo da un pestaggio, per salvarlo si fa menare e fermare da due cattivi poliziotti, Ungaro lo riconosce e libera, ma uscendo Andrea vede al polso di una trans il braccialetto di corallo e perle di fiume che aveva fatto fare e regalato alla moglie. Una scossa, un flash! E ricomincia in qualche modo a vivere per ricostruire come le è finito addosso. Con l’aiuto di altri clochard indaga sul caso chiuso, una brutta violenta storia tra corruzione e ricatti.

L’ottimo esperto affermato regista Stefano Vicario (Roma, 1953) esordisce alla grande nel romanzo noir, ben arrivato! L’opera prima è un’efficace incalzante narrazione in terza persona varia (molto sull’invisibile), sceneggiata e ritmata attraverso una settantina di brevi capitoli (con fulminei titoletti), ricca di vivide descrizioni di stati d’animo e contesti sociali, inframezzata ogni tanto in corsivo dalla deposizione spontanea alla procura del legatissimo fratello maggiore, volta a spiegare la multipla personalità di Andrea (infedele, vanesio, imprevedibile) e ad aiutare le indagini riapertesi: aveva nell’armadio trenta paia di scarpe e si infilava solo maglie di cachemire, ora si è messo a vestirsi solo di stracci (da cui il titolo); da ragazzino era bullizzato dai compagni e bisognava sempre difenderlo, anche ora continua a cacciarsi nei guai; da adolescente e da uomo conquistava donne a piè sospinto e non riusciva a frenarsi nemmeno dopo sposato, ora si è isolato da tutti e tutte nella sporcizia. Emergono via via tanti altri personaggi, chi investiga e chi svia, chi fa il magnaccia e chi fa gli oroscopi, molto ruotando intorno al mondo visibile e invisibile dei barboni (da cui il sottotitolo, che evidentemente annuncia una serie), fra vagoni abbandonati e ripari di fortuna. Per ubriacarsi conta la quantità non la qualità dell’alcol, mandarlo giù in maniera metodica e caparbia, come se fosse una medicina. E forse lo è.

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ALMANACCO DELLA REPUBBLICA. REPERTORIO RAGIONATO DELLA POLITICA ITALIANA 1945-2021

The Book Fools Bunch, Storia e Politica, Edizioni Clichy Firenze, 2021

 

Italia. Ultimi tre quarti di secolo. Un misterioso gruppo di esperti e maniacali lavoratori dell’editoria italiana, con base a Firenze, The Book Fools Bunch, realizza ogni tanto guide e repertori “enciclopedici” su argomenti di varia attualità, in questo caso una “bussola” per dotarsi di memoria e orientamento sulla politica italiana, per riprendere il filo della struttura, delle dimensioni, degli sviluppi e della storia delle istituzioni pubbliche nazionali dopo la fine della seconda guerra mondiale. Nella prefazione (Keskesé) individuano sette fasi successive e altalenanti, molto diverse l’una dell’altra; la prima dal 25 luglio 1943 al primo gennaio 1948, “costituente”; la seconda fino al 1953, di “ricostruzione”; la terza fino al 1968, l’”esercizio del potere” imperniato sulla Democrazia Cristiana; la quarta fino al 1982, qualche idea di “rivoluzione”; la quinta fino al 1992, di crescita e spensieratezza (e di indebitamento finanziario e morale); la sesta fino al 2011, il ventennio contrassegnato soprattutto dalla presa del campo di Berlusconi; la settima, in corso, “una grandine scombinata di meteore, di ascese e di cadute, una peggiore dell’altra”, che non si sa se e quando finirà, cioè se un giorno ritorneremo o arriveremo finalmente “a una politica decente, utile, intelligente, capace di avere un progetto democratico, che sia di destra o di sinistra non importa, perché sensato, corretto, pensato a dovere”. Per raccontare la storia gli autori utilizzano numeri, nomi, date, statistiche e confronti.

L’almanacco della Repubblica è suddiviso in undici capitoli, alcuni con un’ulteriore ripartizione interna. Si parte dalla Costituzione, il testo in vigore. Segue il capitolo sulle elezioni, con quattro paragrafi: le leggi elettorali con i vari sei differenti sistemi (1946-1953 e 1954-1993; 1953; 1993-2005; 2005-2013; 2015; dal 2017 in avanti); i risultati di tutte le elezioni politiche (principali liste in competizione, elettori e votanti, valori assoluti e percentuali dello spoglio) da quelle per l’Assemblea Costituente alle ultime del 4 marzo 2018; i risultati delle nove elezioni europee dal 1979 al 2019; i risultati di tutti i referendum, ovvero istituzionali (monarchia-Repubblica), abrogativi, d’indirizzo e costituzionali (confermativi o meno). I capitoli successivi riguardano: le 19 assemblee elette, ovvero intervalli di durata, nomi dei Presidenti della Repubblica e dei governi relativi; i Presidenti della Repubblica con specificazioni sull’elezione e sul giuramento; i governi (67 dal 1946 a oggi, 30 Presidenti del Consiglio dei Ministri), con specificazioni sul tipo di coalizione e sul nome di tutti i titolari dei ministeri; l’apparato del potere, ovvero schede su oltre una ventina di istituzioni e autorità rilevanti, a partire da Accademia della Crusca, Agcom, Agenzia delle Entrate, Anac, Anas, per giungere a Rai e Tar. La seconda parte del volume è meno formale, gli autori a proprio “insindacabile giudizio” scelgono alcune categorie empiriche (che giustificano il testo cartaceo rispetto a ricerche in rete): “le leggi che hanno cambiato l’Italia”, quattordici dal divorzio (1970) alle unioni civili (2016), riportandone ampi stralci senza commenti; “i volti del potere”, ovvero i cento politici più influenti in ordine cronologico di nascita, riportandone schede biografiche con (talora salaci) commenti; “i luoghi del potere”, ovvero 17 palazzi romani significativi per le istituzioni o i partiti ospitati; “il sesso e l’età del potere”, ovvero le percentuali di donne e di giovani in rapporto alla composizione complessiva (maschile e poco giovane) riferita ad alcuni organi o incarichi di rilievo; “le stranezze del potere”, ovvero curiosità sulle varie cariche. Per finire il ricco indice dei nomi.

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MADAME VITTI

Marco Consentino e Domenico Dodaro, Romanzo biografico, Sellerio Palermo

2022, Pag. 523, euro 17

 

Dalla Ciociaria a Parigi. Dicembre 1887. Maria Caira era nata nel 1872 a Gallinaro (Atina) in Ciociaria, nella valle di Comino (ora provincia di Frosinone). Era povera e analfabeta, bella e brava; emigrò a Parigi 15enne, con padre sorelle fratello cugini, il moroso scultore Cesare Vitti e altre famiglie, alla ricerca di fortuna, a piedi. Vi arrivarono, alcuni lavorarono come modelli, ben presto anche lei e, nel giro di poco, divenne “Madame Vitti”. Nel 1889 fondò una scuola per sole artiste (molte americane), aperta subito anche a disegni di nudi (e solo dal 1890 ad artisti maschi in carne e ossa): 49, Boulevard Montparnasse, un famoso punto di riferimento nel campo dell’arte. Nel 1914 torneranno nel paese natio, dove vissero fino alla morte e dove nel 2013 è stata creata una casa museo. Due dei tre autori di un recente successo letterario, Marco Consentino e Domenico Dodaro, hanno spulciato documenti e carte per una inedita godibile narrazione, piena di fatti e curiosità.

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PRATO ALL’INGLESE

Frédéric Dard, Traduzione di Elena Cappellini, Noir, Rizzoli Milano, 2022 (orig. 1962, La Pelouse), Pag. 220 euro 14

 

Costa Azzurra e Edimburgo. Primi Sessanta. Molti conoscono la serie poliziesca del superlativo commissario Sanà inventata dal poliedrico scrittore francese Charles Antoine Frédéric Dard (1921 - 2000), 184 avventure firmate con lo stesso pseudonimo Sanantonio, innumerevoli trasposizioni, fama e successo (con il primo figlio del primo matrimonio che prosegue ancora la serie). In tutto l’autore pubblicò 288 romanzi in sessant’anni (spesso con altri pseudonimi e di tutti i generi), “Prato all’inglese” uscì nel 1962, narrato in prima persona al passato prossimo. L’ordinario agente di commercio francese Jean-Marie Valaise è in vacanza a Juan-les-Pins e incontra casualmente la graziosa minuta inglese Marjorie Faulks, triste con gli occhi azzurri, che monta sulla sua auto, identica a quella che aveva affittato. Lì sono soli, si ritrovano al casinò e ne vien fuori una passione, poi lei gli chiede di raggiungerla in Scozia e ne vien fuori qualcosa di criminale. Godibile, polli o non polli.

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IN VIAGGIO CON LA ZIA

Graham Greene, Sellerio Palermo, 2022 (orig. 1969, 1° edizione Mondadori 1999), Con una nota di Elena Stancanelli, Cura e postfazione di Domenico Scarpa, Trad. Adriana Bottini, Pag. 422, euro 16

 

Londra e resto del mondo. Anni Sessanta. Il poco più che 50enne direttore di banca in pensione (anticipata) Mr. Henry Pulling vede la 75enne zia Augusta per la prima volta al funerale della madre. E non riesce più a staccarsene. Tanto lui è tranquillo e conformista, impacciato nella vita e con le donne (coltiva dalie e scrive a tal Miss Keene), quanto lei scapestrata e pungente (con un valletto di colore che provvede ai bisogni, anche sessuali), esploratrice in Europa e America Latina alla rincorsa dell’amore italiano Visconti. “In viaggio con la zia” è un divertente ironico romanzo sulla vecchiaia dello straordinario scrittore Graham Greene, (Berkhamsted, 1904 - Corsier-sur-Vevey, Svizzera, 1991), giornalista e agente al servizio di Sua Maestà, cresciuto con 5 fratelli e un nugolo di parenti, vissuto in varie parte del pianeta, capace di arricchire il matrimonio cattolico con diverse fidanzate (il libro è dedicato a H.H.K. da poco incontrata e poi rimasta sempre al suo fianco).

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“ANDAI PERCHÉ CI SI CREDE”. IL TESTAMENTO DELL’ANARCHICO SERANTINI

Michele Battini, Storia, Sellerio Palermo, 2022, Pag. 167,  euro 16

 

Tra il 5 e il 7 maggio 1972. Pisa. L’anarchico Franco Serantini (Cagliari, 16 luglio 1951), dopo essere stato arrestato e ferito durante una manifestazione antifascista, agonizzò e morì in una cella quando non aveva nemmeno 22 anni. La sentenza giudiziaria del 1975 fu di “non doversi procedere”, cosa accadde davvero venne raccontato lo stesso anno da Corrado Stajano nel volume “Il sovversivo”: era morto per le botte prese da poliziotti. Ora la verità storica è chiaramente raccontata da Michele Battini (1952), fra i promotori di quella manifestazione e poi professore universitario di Storia intellettuale e politica all’Università di Pisa. ““Andai perché ci si crede”“ è il titolo, tratto dall’interrogatorio in carcere dell’imputato Serantini Franco il 6 maggio, rispondendo alla domanda sulle ragioni della sua partecipazione. L’autore spiega il contesto urbano e sociale degli eventi, inerzie mediche e burocratiche, elementi biografici sull’organo anarchico, possibili nessi con Pinelli.

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L’UMANITÀ A UN BIVIO. IL DILEMMA DELLA SOSTENIBILITÀ A TRENT’ANNI DA RIO DE JANEIRO

Gianfranco Franz, Ecologia, Mimesis Roma, 2022, Pag. 285 euro 26

 

Sviluppo insostenibile. 1992-2022. Occorre rafforzare le dimensioni culturali, umanistiche, letterarie e narrative del sapere accumulato sulla nostra crisi ecologica, per poi investire in comunicazione e divulgazione. Il pensiero ecologizzato affermatosi fra la seconda metà degli anni ’60 e la prima metà dei ’70 del XX secolo è essenziale e ha formulato pilastri teorici scientifici che possono essere utilmente ricostruiti e aggiornati. La stessa pandemia del Covid-19 è una malattia derivata da globalizzazione e insostenibilità e ci sta costringendo a riflettere sulle nostre città, sulla qualità della vita urbana, sul processo di urbanizzazione che ormai coinvolge circa il 70% degli Umani. Forse siamo davvero a un bivio e ciascuno di noi deve scegliere verso quale direzione procedere: nessuno può chiamarsi fuori da questa sfida, se non altro per responsabilità verso figli e nipoti, con l’aggravante che non ci è più concesso di sbagliare direzione (con un negazionismo climatico che ha fuorviato le scelte concrete) o di continuare a temporeggiare preferendo vivere e pensarci in un eterno presente (come è accaduto a Glasgow durante l’ultima conferenza Onu). I maggiori rischi per le attuali forme di vita sul Pianeta sono provocati proprio dagli esseri umani. Fin dall’inizio della Rivoluzione industriale già in corso alla metà del XIX secolo nei principali paesi dell’Occidente, noi sapiens abbiamo iniziato ad alterare l’equilibrio dinamico e insieme complesso che governa le leggi della Natura fino a giungere alla definitiva compromissione avvenuta con la grande accelerazione degli ultimi settant’anni e, ancor di più, con il trionfo della globalizzazione. Gli squilibri si sono determinati perché ci siamo persuasi che avremmo potuto modificare qualsiasi stato delle cose, creando pure un probabile ossimoro, sviluppo sostenibile. Rimane poco tempo.

L’architetto e pianificatore urbanistico Gianfranco Franz (Rimini, 1964) insegna dal 2008 Politiche per la sostenibilità al Dipartimento di Economia dell’Università di Ferrara. Il volume rispecchia l’ormai trentennale percorso accademico transdisciplinare, caratterizzato da un forte nomadismo di pensieri e di vita, con ricerche, master e collaborazioni in tante università del mondo: dalle abitazioni per famiglie a basso reddito e con bisogni speciali ai temi dello sviluppo regionale, dalla riqualificazione urbana alla ricostruzione dei piccoli centri, dagli aspetti comportamentali al deficit narrativo rispetto alla crisi ecologica (senza affidarsi solamente a scienze e tecnologie). L’autore consegna un testo crossover, non appartenente a una specifica tipologia, non divulgativo ma neppure accademico, ricco di materiali e spunti. Complessivamente si tratta di otto capitoli distribuiti in quattro parti, ovvero Uomo e ambiente: un divorzio costoso (i limiti dello sviluppo); Un grande mondo opprime un piccolo pianeta (l’impronta ecologica, l’Antropocene e i Planetary Boundaries); Riconnettere misura e cultura (l’eccesso di fiducia nella tecnologia, l’ecocritica e la Citizen Science, pure con letteratura e cinema); Siamo al bivio: ecologizzare città, produzione e linguaggio (l’economia circolare, con sobrietà e parsimonia). L’aggressione russa dell’Ucraina e la guerra stanno spostando l’attenzione dei governi e dei media dalla crisi climatica e da quella pandemica a quelle umanitaria e politica in corso. Il quadro è fosco e allarmate per la pochezza dei governi. Eppure non bisogna disperare, documentiamoci meglio! Accurata parziale bibliografia, buon indice dei nomi.

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IN VIAGGIO CON LA ZIA

 

Graham Greene, Sellerio Palermo, 2022 (orig. 1969, 1° edizione Mondadori 1999), Con una nota di Elena Stancanelli, Cura e postfazione di Domenico Scarpa, Trad. Adriana Bottini, Pag. 422, euro 16

 

Londra e resto del mondo. Anni Sessanta. Il poco più che 50enne direttore di banca in pensione (anticipata) Mr. Henry Pulling vede la 75enne zia Augusta per la prima volta al funerale della madre. E non riesce più a staccarsene. Tanto lui è tranquillo e conformista, impacciato nella vita e con le donne (coltiva dalie e scrive a tal Miss Keene), quanto lei scapestrata e pungente (con un valletto di colore che provvede ai bisogni, anche sessuali), esploratrice in Europa e America Latina alla rincorsa dell’amore italiano Visconti. “In viaggio con la zia” è un divertente ironico romanzo sulla vecchiaia dello straordinario scrittore Graham Greene, (Berkhamsted, 1904 - Corsier-sur-Vevey, Svizzera, 1991), giornalista e agente al servizio di Sua Maestà, cresciuto con 5 fratelli e un nugolo di parenti, vissuto in varie parte del pianeta, capace di arricchire il matrimonio cattolico con diverse fidanzate (il libro è dedicato a H.H.K. da poco incontrata e poi rimasta sempre al suo fianco).

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LO STRANO DELITTO DELLE SORELLE BEDIN

Chicca Maralfa, Noir, Newton Compton Roma-

2022

Pag. 252 euro 9,90

 

Asiago, provincia di Vicenza, mille metri slm, stazione dei carabinieri, via Verdi 41. Primavera 2019. Il 52enne luogotenente (da poco promosso) Gaetano Ninni Ravidà, spalle larghe e possenti, ventre leggermente appesantito, è arrivato lì circa un anno prima, trasferito dalla sua Bari. Dopo venticinque anni di matrimonio, importantissime indagini di polizia giudiziaria e notevoli successi da maresciallo capo (come l’aver raccolto in carcere il pentimento del più importante boss pugliese), era stato lasciato dalla moglie Simona (innamoratasi di un altro) e si era separato pure dalle due amate figlie (Monica e Agnese), rifugiandosi in montagna. Devono seguire delicati scavi connessi alla guerra di un secolo prima, ai giorni della potente offensiva austro-ungarica per costringere l’Italia alla resa, che tante pene e morti aveva provocato da quelle parti. Mancano pochi giorni alla Grande Rogazione, una specie di processione per valli e declivi lunga trentatré chilometri con la partecipazione di decine di migliaia di persone e qualche problema di ordine pubblico. Vi sono altri vari impicci che chiamano in causa i carabinieri, come il ferimento di un coniglio o strani furti. Quel che soprattutto attira la sua attenzione di segugio è un efferato caso appena archiviato dopo sette anni di inutili indagini: in contrada Bosco qualcuno aveva ammazzato, in una mite serata di ottobre, le sorelle Pina e Carla Bedin, di settantadue e settantaquattro anni, colpendole ferocemente con un corpo contundente. Adelmo Zovi e Carmen Carli, coppia di vicini indagata per i noti cattivi rapporti con le vittime, avevano un alibi di ferro. Altri seri indizi o indiziati non erano emersi. Eppure ora vengono appiccicati per strada, sui muri, in punti strategici della cittadina e delle frazioni versi poetici di Silvia Plath a chiedere giustizia. E Gaetano alza le antenne, riapre il cold case, prima informalmente, poi ufficialmente, finché non riesce a venirne a capo entrando in acqua lentamente (come nella pesca a mosca).

L’ottima giornalista pugliese (girovaga) Angela Chicca Maralfa (Bari, 1965) mantiene alta la qualità dell’incedere giallo noir anche nel terzo romanzo pubblicato (fra i molti stesi o abbozzati nei cassetti), molto diverso dai precedenti. I primi capitoli stentano un po’ a ingranare, poi la linearità di scrittura, lo stile elegante, la ricchezza di umori e gli ingranaggi avvincenti hanno la meglio. La narrazione è in terza fissa al passato sul protagonista pugliese in trasferta, che vive in caserma e da mesi si sta crogiolando in una specie di immobilismo emotivo che rasenta l’apnea, cogliendo però l’occasione degli scavi per ripensare dolcemente (e scrivere) al disperso nonno catanese 25enne, fante della brigata Trapani sul monte Lèmerle, “seppellito” sull’altopiano fra i militi ignoti, senza processo di identificazione. La stranezza del delitto indagato (citata nel titolo) sta nel carattere inedito del dramma in un contesto così piccolo, che inevitabilmente rinvia a qualche certa omertà: nessuno sapeva, nessuno aveva visto, nessuno parlava. Qualcuno aveva abilmente cancellato le prove? Forse i fantasmi, come si sussurrava in paese. Se gli scavi riesumano cadaveri antichi, anche le due anziane sorelle (con il cranio sfondato nel soggiorno di casa) meritano spiegazione e giustizia! Per fortuna del luogotenente, arrivano ad aiutarlo Maria Antonietta Malerba, stimolante medico legale trasferitasi in zona per amore, la magnifica ricca ex campionessa di sci di fondo Claude Spiller (con lievissimo strabismo di Venere), infastidita dall’aggressione ai conigli, e pure il fratello maggiore giornalista Giovanni e la sorella minore avvocatessa Lucia. Distillati e vini della casa, ma i soldati andavano avanti a cognac e cioccolato. Baba O’Riley degli Who fra i pezzi preferiti dell’adolescenza, successivamente figlie e dinamiche suggeriscono di ampliare gli interessi.

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IL MONDO IN MINIATURA. LA VITA SULLA TERRA RACCONTATA ATTRAVERSO LE ISOLE

Sietze Norder, Traduzione di Marco Cavallo, Scienza, Add Torino

2022 (orig. 2021), Pag. 219 euro 18

 

Isolamento biologico e culturale. Ovunque. In tutto il mondo ci sono appena una settantina di isole che misurano più di diecimila chilometri quadrati, solo due nel Mediterraneo, ovvero Sicilia e Sardegna (Cipro, Corsica, Creta sono un po’ più piccole). Nel mondo delle isole costituiscono l’eccezione, quelle piccole sono moltissime e quelle grandi pochissime. Qualunque sia la grandezza, la maggior parte non si trova ai tropici, ma nell’emisfero settentrionale (Mediterraneo compreso). La distinzione essenziale è fra continentali, perché poggiano sulle croste dei continenti (perlopiù si sono separate dalla terraferma solo da qualche migliaio di anni, quando il livello del mare si è alzato dopo la fine dell’ultimo periodo glaciale) e oceaniche, perché distano centinaia di chilometri dalla terraferma (perlopiù sono vulcaniche, cime di giganteschi vulcani che per milioni di anni si sono variabilmente innalzati dal fondo degli oceani). Entrambe sono dinamiche e “mobili”, emerse o scomparse (alcune da parecchio) nel corso dell’evoluzione. Quelle di media e minore grandezza sono come microcosmi, versioni in miniatura del nostro mondo, e costituiscono un sistema di dimensioni circoscritte grazie al quale le attuali sfide mondiali, come la crisi della biodiversità (giornata mondiale il 22 maggio) e i cambiamenti climatici (maggio 2022 caldo estivo in Europa), diventano più comprensibili. Sulle isole le dinamiche ambientali che avvengono nel pianeta si trovano sotto la lente d’ingrandimento e studiarle è un primo passo per comprendere meglio il mondo. In ogni isola su cui sono giunti gli esseri umani (non solo sapiens, in vari modi) molto è cambiato, da parte nostra soprattutto con l’agricoltura, soprattutto dopo Colombo e lo scambio macaraibico, soprattutto con le emissioni di gas serra climalteranti, ma in ognuna con caratteri peculiari.

L’olandese Sietze Norder (1987) si è appassionato allo studio delle isole durante la specializzazione in geologia e geografia sociale; per approfondirne la conoscenza scientifica ne ha visitate e studiate molte per lunghi periodi negli ultimi quindici anni. Presto affetto dalla nota insulomania (ovvero dall’irresistibile attrazione per le isole, che regala un’inspiegabile ebbrezza, forse innata forse acquisita), è divenuto uno scienziato, in particolare un biogeografo insulare. Fin dall’inizio del suo interessante volume si mostra consapevole dell’imprecisione del titolo (peraltro poco attraente): l’ampia disarmonia conferma che gli ecosistemi insulari non sono semplici versioni in miniatura di quello globale e di quelli sulla terraferma. Tuttavia, da ciascuna isola si possono trarre utili globali indicazioni e sperimentare forse utili scelte. Il libro è diviso in tre parti. Nella prima (La bellezza dei modelli) l’autore sottolinea la diversità culturale e biologica delle isole e cerca di verificarne l’origine, illustrando anche come Darwin, Hooker, Wallace e poi MacArthur-Wilson, tramite le isole, abbiano contribuito a farci capire meglio la nascita e la diffusione della vita sulla Terra. Nella seconda parte (Diari di viaggio) ripercorre i principali percorsi (diacronici) dei primi uomini che hanno messo piede su diverse isole (di distanti continenti e bacini oceanici) e ne hanno trasformato l’ecosistema, soprattutto facendo migrare con sé fra ecosistemi (prima separati da insormontabili barriere) specie vegetali e animali, esotiche o aliene. Nella terza parte (La Terra come arcipelago) si concentra, infine, sui rapporti tra gli esseri umani e la natura sulle isole, motivatamente convinto che la crisi della biodiversità necessiti di specifica attenzione insulare, le isole come ispirazione. Pochi ma opportuni grafici e tabelle. Assente una bibliografia accurata, non bene ma sommariamente sostituita dalle note finali definite “fonti”. Nell’indice di nomi e luoghi s’evidenzia il comprensibile minore interesse per il Mediterraneo.

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Π. TRATTI DI UNA STORIA

Ugo Leone, Biografia, Doppiavoce Napoli, 2022, Pag. 59 euro 12

 

Pietro Greco nacque a Barano d’Ischia il 20 aprile 1955, la vita gli è sfuggita di cuore e di mano il 18 dicembre 2020, fu chimico e giornalista, divenendo il più bravo comunicatore scientifico della sua e nostra epoca. Ha scritto di tutto e di più: una settantina di libri; centinaia di curatele, prefazioni, introduzioni, saggi; migliaia di recensioni; oltre 1500 pezzi solo nel periodo della pagina Scienza dell’Unità; trasmissioni radio e tv, soprattutto per Radio Tre Scienza; relazioni conferenze lezioni. Ha girato in lungo e largo l’Italia, seguito eventi internazionali, intervistato scienziati e Nobel (da ultimo l’amico fisico Giorgio Parisi). Raccontarne minuziosamente opere e gesta sarebbe un dovere sociale e accademico. Intanto, si cominci a leggere questa utile preliminare breve biografia: “π. Tratti di una storia”. Non poteva che scriverla un grande ambientalista e studioso, l’amico Ugo Leone (Napoli, 1940), che aggiunge una bella lettera alla sua collana delle parole.

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MUSEI IN TOSCANA DENTRO E FUORI LA CORNICE

Claudio Rosati, Arte e Scienza, Compagnia dei Santi Bevitori Pistoia, 2022, Pag. 185 euro 13

 

Toscana. L’invisibile da migliaia di anni. Secondo il grande intellettuale Pomian i musei ci fanno vedere l’invisibile. Giusto. Frequentiamoli. Se vivete o capitate in ogni regione d’Italia o del mondo ne troverete qualcuno che vi aggrada. Lo storico e ricercatore Claudio Rosati (Pistoia, 1949) da una vita progetta e organizza musei, ci vive e ne scrive, così intanto qui narra le gesta mirabili di 53 immensi o minuscoli degli oltre settecento “Musei in Toscana”, dall’ecomuseo del Casentino alla terrazza del museo di Santa Maria della Scala, transitando per tutti i capoluoghi e vari deliziosi borghi, tra archeologia e ciclismo (e ricami e marmi e tanto altro), con collezionisti volontari artisti scienziati custodi. Una guida, certo, da aprire in vista di un viaggio, ma anche una narrazione erudita e chiara nella storia e nella geografia di un gran bel pezzo d’Italia. Non ci sono gerarchie o graduatorie, solo memoria e curiosità. Ricca bibliografia finale e opportuno indice dei nomi.

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LE RAGIONI PER UN RITORNO ALLA SOCIALDEMOCRAZIA

Salvatore Biasco, Politica, Rubbettino Soveria Mannelli, 2022, Pag. 232,  euro 15

 

Italia ed Europa. Dal passato un sole per l’avvenire. Salvatore Biasco (Roma, 31 dicembre 1939) è un bravissimo economista che ha insegnato nelle università di Roma e di Modena, con un glorioso intervallo di deputato dell’Ulivo (1996-2001), autore di apprezzati saggi e componente di autorevoli istituzioni culturali. In “Le ragioni per un ritorno alla socialdemocrazia” raccoglie una ventina di saggi degli ultimi anni (con l’unica eccezione di un’azzeccata riflessione sul governo Berlusconi del 2001, apparsa nel 2002), pubblicati in vario modo, destinati a lettori (sostanzialmente di sinistra) interessati a ragionamenti analitici e pacati con linguaggio piano, su temi economici e sociali interdisciplinari. Il comune riferimento sono norme e condizioni materiali, equilibri comportamentali e processi collettivi, strutture di potere e dispositivi (spesso non scritti) che legano i cittadini alle istituzioni. Sollecita la volontà politica sintetizzata nel titolo (il socialismo è un sinonimo).

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IL SEGRETO DI AUGUSTA. VOCI E RIFLESSI

Matilde Morrone Mozzi e Maria Letizia Perri, Storie familiari, Zefiro Fermo, 2022, Pag. 111, euro 14

 

Fermo e Macerata. Primi del Novecento. Proviamo a leggere le storie ai margini della vita di Augusta, nata nel 1889 e morta nel 1926, andata sposa a un conte che molto la fece soffrire e preferiva fare sesso (non potendo procreare) con altre invece che con lei; capace dopo sette anni di spaventoso carcere familiare di fare scandalo innamorandosi e andandosene; divenuta così amante di un altro ricco che però non riconobbe i loro tre bambini vivi, adottati invece dal nonno materno; i cui figli e nipoti molto e ancor oggi sono vissuti fra le province di Fermo e Macerata. Due docenti in pensione dell’Università di Macerata, Matilde Morrone Mozzi e Maria Letizia Perri, una nipote e un’amica, hanno dato alle stampe “Il segreto di Augusta”, narrazione originale e affascinante, consegnandoci le plausibili voci intorno (la suocera, il “primo” marito, il padre anche lui conte, la balia, Augusta stessa), il breve autentico memoriale della protagonista, i riflessi colti e mai di vera descrizione.

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