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BERTOLDO:

VISTE, LETTE, SENTITE

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SOSTENIBILITÀ

 

Jeffrey Sachs

tra i più apprezzati economisti al mondo, oggi direttore del Center for Sustainable Development alla Columbia University punta sulla sostenibilità come pilastro essenziale per lo sviluppo del futuro. E dice:

«Gli investimenti nelle infrastrutture sono necessari per cambiare il modello produttivo puntando prima di tutto sulle energie “green”. Sarà questo il motore per sostenere il cambiamento delle nostre vite, che passa anche per la rigenerazione urbana attraverso un sistema di trasporto che punti alle metropolitane, ai treni leggeri ma anche alle auto elettriche e alle biciclette… Gli investimenti vanno fatti adesso, perché ogni anno gli incendi nelle foreste aumentano come aumentano le inondazioni, le siccità, le ondate di calore, gli uragani. I governi devono fare uno sforzo maggiore per supportare uno sviluppo sostenibile».

 

Un amico, su face book

Ma una crescita sostenibile è possibile? O la sostenibilità, specialmente sociale, può darsi solo attraverso una decrescita?

 

Serge Latouche

«Se ambire a una “decrescita felice” è troppo, pensare di smettere di crescere serenamente è necessario. Il messaggio della pandemia e dei lock down è stato ambiguo, da una parte molte persone si sono accorte che era possibile vivere meglio con meno, nello stesso tempo le circostanze erano quelle di un’imposizione, dolorosa e difficile, e non di una scelta. La lezione per alcuni è stata capire la necessità di uscire dalla società della crescita, di cambiare il paradigma, per molti altri c’è l’aspirazione a tornare alla vita come prima, “business as usual”, soprattutto da parte dei governi che non hanno approfittato di questa esperienza, ma hanno iniziato subito la corsa a tornare all’economia tradizionale».

 

Un amico su face book:

99: i chili di cibo gettati via da un abitante degli USA in un anno. Quanti in Europa? Quanti in Italia? E chi lo dirà a questi spreconi, cioè a tutti noi della razza homo consumptor, che non debbono più gettare nemmeno 1 di quei 99 chili, e perciò che debbono comprare di meno?

 

Fabrizio Barca (dalla Annunziata… intesa Lucia giornalista)

«Governo Draghi: molto buono sulla pandemia, molto scarso nello spirito del cambiamento.»

 

MEMORIE

 

RAI3 Frontiere 4 dicembre 2021. Titolo Paure-Pregiudizi.

Giuliano Martini, Sindaco di Vò Euganeo, laddove il covid iniziale fece strage: «In quei giorni l’unica cosa che invocavo era il miracolo del vaccino, ma oggi il Comune di Vò è il penultimo della provincia per numero di vaccinati.» Franco Di Mare, conduttore: «È stato ieri, ora tutto dimenticato: come è possibile, professore?» Prof. Carlo Federico Perno: «Viviamo in una società, i sociologi ce lo confermano, dell’eterno presente: conta solo ciò che accade oggi, ciò che è accaduto ieri conta poco, ciò che è accaduto l’altro ieri è troppo lontano per poter dire qualche cosa.»

 

Muzzioli & Brecht

Commentando, nella sua bella rivista Critica Integrale, alcune vicende movimentistiche di oggi con le loro orrende contraddizioni (svastiche contro e svastiche per), Francesco Muzzioli rievoca l’opera di Brecht del 1930 (in Italia pieno fascismo, in Germania mancano 3 anni all’avvento di Hitler) Ascesa e caduta della città di Mahagonny. E alla fine del ricordo richiama un gran pezzo del Maestro Berlinese.

“Ed ecco che nella scena finale, quando i lustrini della scenografia cominciano a scadere e il successo, nella sua ciclicità, ruota verso il ribasso, allora, dice la didascalia, «mentre la confusione, la carestia, l’ostilità di tutti contro tutti non facevano che aumentare, nelle ultime settimane della città-rete i non ancora eliminati manifestavano cocciutamente per i loro ideali».
“A questo punto, davanti allo spettro di Mahagonny incendiata, una serie di cortei si mette in moto brandendo cartelli contraddittori. Diavolo d’un Brecht, come l’ha immaginata giusta!
Riporto alcuni di questi slogan che si intrecciano in una vera e propria strategia della ‘confusione’:

Primo corteo:
PER IL RINCARO
PER LA LOTTA DI TUTTI CONTRO TUTTI
PERCHÉ LE NOSTRE CITTÀ RIMANGANO NEL CAOS
PERCHÉ DURI L’ETÀ DELL’ORO

 

Secondo corteo:
PER LA PROPRIETÀ
PER L’ESPROPRIAZIONE DEGLI ALTRI
PER LA GIUSTA RIPARTIZIONE DEI BENI ULTRATERRENI
PER L’INGIUSTA RIPARTIZIONE DEI BENI TERRENI
PER L’AMORE
PER LA VENALITÀ DELL’AMORE
PER IL DISORDINE NATURALE DELLE COSE
PERCHÉ DURI L’ETÀ DELL’ORO

 

Terzo corteo:
PER LA LIBERTÀ DEI RICCHI
PER IL CORAGGIO CONTRO GLI INERMI
PER L’ONORE DEGLI ASSASSINI
PER LA MAESTÀ DELL’IMMONDIZIA
PER LO SCHIFO IMPERITURO
PERCHÉ DURI L’ETÀ DELL’ORO

«Cortei a non finire in continuo movimento», dice l’ultima didascalia. Siamo proprio a Mahagonny!”

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