Anno VIII - Numero 1/2022
Senza Storia
’900
e contemporanei della Letteratura italiana
di Stefano Lanuzza e Massimo Bontempelli
COME UN’INTRODUZIONE
“Tutte le età sono contemporanee… Questo è specialmente vero per la letteratura dove il tempo reale è indipendente dal tempo apparente” (E. Pound, The Spirit of Romance, 1970)
“Storia vuol dire…”
È difficile – può darsi che sia impossibile – scrivere una storia della letteratura italiana.
Dico storia in senso autentico.
Storia non è una serie di notizie.
Storia vuol dire ricerca d’una continuità, descrizione di un ritmo, determinazione di una linea, di uno sviluppo.
Tale linea potrà ora portarvi a una vetta, ora scendere, poi riavvicinarsi verso l’alto: ma unità vi deve essere, continuazione, concatenazione: un fondo dobbiamo trovare, su cui la unità si appoggi; un quadro, in cui la si costringa.
Invece la letteratura italiana è letteratura di isolati.
Ognuno dei suoi autori […] è tremendamente individuato e individualista.
Ognuno racchiude in sé tutta la propria storia, si crea un passato e una tradizione, una espressione e un linguaggio, e in sé li esaurisce.
La storia della letteratura italiana non può essere se non una serie di monografie. […]
Massimo Bontempelli
(Punti fermi, in “900”, dicembre 1930; e in L’avventura novecentista, 1938)
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Tenuto conto dell’entropia che distingue il panorama della civiltà letteraria novecentesca, se non sembra possibile ‘una’ Storia della letteratura italiana si possono invece distinguere, in un libero e oggi più che mai necessario discorso di critica militante-comparatistica, tanti singoli Autori, molto spesso ‘dimenticati’, senza necessariamente storicizzarli.