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Le Parole tra Noi

BERTOLT BRECHT

OTTO POESIE

di Crescenzio Sangiglio
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1 - Corriamo a grande velocità verso una stazione della via lattea. Nel volto della terra c’è una grande calma. Il mio cuore va troppo svelto. Per il resto, tutto è in ordine.

[Mahagonny. Primo salmo]

 

2 A quelli che verranno dopo di noi

Veramente, vivo in tempi bui!
La parola disinvolta è folle. Una fronte liscia
indica insensibilità. Colui che ride
probabilmente non ha ancora ricevuto
la terribile notizia.

Che tempi sono questi in cui
un discorso sugli alberi è quasi un reato
perché comprende il tacere su così tanti crimini!
Quello lì che sta tranquillamente attraversando la strada
forse non è più raggiungibile per i suoi amici
che soffrono?

È vero: mi guadagno ancora da vivere
ma credetemi: è un puro caso. Niente
di ciò che faccio mi dà il diritto di saziarmi.
Per caso sono stato risparmiato. (Quando cessa la mia fortuna sono perso)

Mi dicono: mangia e bevi! Accontentati perché hai!
Ma come posso mangiare e bere se
ciò che mangio lo strappo a chi ha fame, e
il mio bicchiere di acqua manca a chi muore di sete?
Eppure mangio e bevo.

Mi piacerebbe anche essere saggio.
Nei vecchi libri scrivono cosa vuol dire saggio:
tenersi fuori dai guai del mondo e passare
il breve periodo senza paura.

Anche fare a meno della violenza
ripagare il male con il bene
non esaudire i propri desideri, ma dimenticare
questo è ritenuto saggio.
Tutto questo non mi riesce:
veramente, vivo in tempi bui!

Voi, che emergerete dalla marea
nella quale noi siamo annegati
ricordate
quando parlate delle nostre debolezze
anche i tempi bui
ai quali voi siete scampati.

Camminavamo, cambiando più spesso i paesi delle scarpe,
attraverso le guerre delle classi, disperati
quando c'era solo ingiustizia e nessuna rivolta.

Eppure sappiamo:
anche l'odio verso la bassezza
distorce i tratti del viso.
Anche l'ira per le ingiustizie
rende la voce rauca. Ah, noi
che volevamo preparare il terreno per la gentilezza
noi non potevamo essere gentili.

Ma voi, quando sarà venuto il momento
in cui l'uomo è amico dell'uomo
ricordate noi
con indulgenza

 

3 Amare il mondo

Ci impegniamo, noi e non gli altri,
unicamente noi e non gli altri,
né chi sta in alto, né chi sta in basso,
né chi crede, né chi non crede.
Ci impegniamo:
senza pretendere che gli altri si impegnino per noi,
senza giudicare chi non si impegna,
senza accusare chi non si impegna,
senza condannare chi non si impegna,
senza cercare perché non si impegna.
Se qualche cosa sentiamo di "potere"
e lo vogliamo fermamente
è su di noi, soltanto su di noi.
Il mondo si muove se noi ci muoviamo,
si muta se noi ci facciamo nuovi,
ma imbarbarisce
se scateniamo la belva che c'è in ognuno di noi.
Ci impegniamo:
per trovare un senso alla vita,
a questa vita
una ragione
che non sia una delle tante ragioni
che bene conosciamo
e che non ci prendono il cuore.
Ci impegniamo non per riordinare il mondo,
non per rifarlo, ma per amarlo.

4 - La letteratura sarà esaminata

Ma sarà data allora lode a coloro
che sulla nuda terra si posero per scrivere
che si posero in mezzo a chi era in basso
che si posero a fianco di chi lottava

che dettero notizia delle pene di chi era in basso
che dettero notizia delle gesta di chi lottava,
con arte, nel nobile linguaggio
innanzi riservato alle glorie dei re.

Le loro descrizioni di realtà desolate, gli appelli,
ancora recheranno le impronte del pollice
di chi era in basso. Perché ad essi
furono consegnati quegli scritti, essi
sotto la camicia sudata li portarono avanti

attraverso i cordoni degli agenti
fino ai loro simili.

Sì, verrà un tempo che a quei savi e cortesi
pieni d'ira e speranza,
che sulla nuda terra si posero per scrivere,
nel cerchio di chi era in basso e di chi lottava,
sarà data pubblica lode.

5 da La falsa libertà:

Per gli intelligenti al potere è come se tutto
ieri fosse morto.
Per gli stupidi senza potere tutto in realtà
ieri è morto.
Chi già ha avuto il potere vuole il ritorno all’antico,
chi oggi ha il potere vuole la conservazione del presente,
chi ancora non ha il potere vuole delle riforme.
In generale è così. In generale!

Così molti preferiscono far credere
di aver preso il denaro
per poter dominare
che lasciarsi dire che hanno dominato
per prendere denaro.
Ma dove aver denaro
significa dominare,
colà il dominare non è niente
che possa scusare
il rubar denaro.

 

 

6 - Canto dell'autore drammatico.

 

1.

Sono un autore drammatico. Mostro

quel che ho veduto. Sui mercati d'uomini

ho veduto come si commercia l'uomo. Questo

mostro, io, l'autore drammatico.

Come insieme nelle stanze si adunano a fare progetti

o con manganelli di caucciù o con denaro,

come stanno per le strade e aspettano,

come gli uni agli altri preparano insidie

 pieni di speranza,

come fissano appuntamenti,

come a vicenda si impiccano,

come si amano,

come difendono la preda,

come mangiano,

questo io mostro.

Le parole che si rimandano, le riferisco.

Quel che dice la madre al figlio,

quel che ordina chi dà lavoro a chi lo esegue,

quel che risponde la moglie al marito

tutte le parole di preghiera, di comando,

di implorazione, di equivoco,

di menzogna o ignoranza,

di bellezza o di offesa,

tutte io riferisco.

Vedo venire innanzi le nevicate,

vedo avanzare i terremoti.

Vedo montagne sbarrare la via,

e fiumi vedo straripare.

Ma le nevicate hanno il cappello in capo,

i terremoti hanno denaro nella tasca interna

le montagne son scese di vettura,

e i fiumi irresistibili comandano squadre di agenti.

2.

Per potere mostrare quel che vedo

leggo le rappresentazioni di altri popoli e altre epoche.

Alcune opere ho adattate, minuziosamente esaminando

di ciascuna la tecnica e fissandomi in mente

quel che mi serve.

Studiai le rappresentazioni dei grandi feudatari

negli inglesi, di ricche figure

cui il mondo serve a dispiegar la grandezza.

Studiai gli spagnuoli moralizzanti,

gli indiani, maestri delle belle sensibilità,

e i cinesi che rappresentano le famiglie

e i variopinti destini delle città.

 

7 - Coro finale, de L'opera da tre soldi.

Non v'accanite troppo sull'ingiustizia; presto

da sé, nel proprio gelo, sarà estinta

Meditate la tenebra e l'inverno

di questa valle percossa dal pianto

 

8 - Un uomo è un uomo.

 Dice il signor B. B. che un uomo è un uomo

e questa è cosa che ognuno può dire.

Ma il signor Bertolt Brecht dimostra poi

che con un uomo ci puoi far quello che vuoi.

Come un'auto, stasera, smontano un uomo e fanno

veder che si rimonta il tutto senza danno.

Umanamente all'uomo ci si approssima,

senza brutalità, ma con forza, pregandolo

di volersi col mondo conformare

e di lasciare ogni pesce nuotare.

Con lui, qualsiasi cosa costruire si voglia,

certo non ci si sbaglia. Ma però

lo devi tener d'occhio perché una notte può

tramutarlo nel boia che ci scanna.

Il signor Brecht si augura che tutti voi vediate

sciogliersi come neve la terra su cui state,

e i casi del portuale Galy Gay vi dimostrino

quant'è pericoloso a questo mondo il vivere.

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